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Foto di D koi su Unsplash

Autore: Juan Sebastian Penaranda

Quando parliamo di inquinamento pensiamo alle automobili, alle fabbriche e agli aerei. Raramente pensiamo agli edifici. La realtà ci dice, invece, che il settore è uno dei principali emettitori di gas serra e anche uno dei principali predatori di risorse naturali, partendo proprio dal suolo.
A titolo di esempio, alcuni dati del World Watch Institute 2023: il settore delle costruzioni contribuisce, a livello globale, al 23% dell’inquinamento atmosferico, al 40% dell’inquinamento dell’acqua potabile e genera il 50% dei rifiuti depositati in discarica. Inoltre, consuma il 40% della produzione mondiale di pietre grezze, ghiaia e sabbia, nonché il 25% del legno vergine, spesso frutto di deforestazione. Nell’Unione Europea i dati sono ancora più allarmanti: il patrimonio edilizio del Vecchio Continente è responsabile del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di CO2.

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Sostenibilità nel settore edile: un’alternativa necessaria

Partendo dal riconoscimento del grande impatto ambientale prodotto dal settore delle costruzioni, negli ultimi anni è stata sviluppata un’alternativa al modo tradizionale di progettare e costruire i nostri edifici.
Questa nuova e necessaria metodologia cambia il modo in cui lavoriamo e ci sviluppiamo all’interno del settore e ci invita a considerare e analizzare tutti gli impatti ambientali legati all’intero processo di costruzione dei nostri edifici, dalla fase di ideazione e disegno del progetto, la sua costruzione, utilizzo e persino alla successiva demolizione e gestione dei suoi rifiuti.

L’edilizia sostenibile mira a ridurre al minimo tutti gli impatti ambientali generati durante l’intero ciclo di vita dell’edificio, considerando fattori quali l’uso efficiente dell’energia e dell’acqua, l’impiego di materiali da costruzione e di risorse naturali non dannose per l’ambiente, la corretta gestione dei rifiuti, l’utilizzo di energie rinnovabili.

Il suo obiettivo è, dunque, quello di realizzare edifici efficienti e rispettosi dell’ambiente, garantendo al contempo la redditività economica del progetto.

Fasi analizzate nel ciclo di vita di un edificio

Un edificio genera impatti ambientali durante il suo intero ciclo di vita, che può essere suddiviso in diverse fasi:

A: Fase di produzione o fabbricazione;
B: Fase di costruzione;
C: Fase di utilizzo;
D: Fase di demolizione;
E: Impatti esternalizzati dopo il ciclo di vita dell’edificio.

Relativamente alla fase di produzione, si analizza la quantità di energia e di risorse che vengono utilizzate per l’estrazione delle materie prime, il trasporto dei materiali agli stabilimenti di fabbricazione e la realizzazione dei prodotti da costruzione finali, insieme ai suoi rispettivi effetti ambientali collaterali.

La fase di costruzione comprende il trasporto dei prodotti da costruzione al cantiere, l’energia e le risorse necessarie durante il processo di costruzione dell’edificio, come attrezzature e combustibile richiesto dai macchinari, così come qualsiasi rifiuto generato durante il cantiere.

La fase di utilizzo considera energia e risorse necessarie durante la vita dell’edificio. Queste sono principalmente legate a illuminazione, condizionamento, utenze specifiche, utilizzo di acqua e di materiali per la manutenzione, riparazioni ed eventuali sostituzioni dei componenti edili o impiantisti presenti.
Per la fase di demolizione si fa riferimento a energia e risorse necessarie per la corretta demolizione e lo smaltimento dei rifiuti prodotti nella decostruzione, al termine del ciclo di vita dell’edificio.

Infine, nell’ultima fase si analizza come i diversi rifiuti prodotti dal cantiere di demolizione vengano utilizzati in altre opere o progetti fuori del confine del ciclo di vita dell’edificio considerato. In questo senso diventa importante la possibilità di decostruire i componenti edili o tecnologici presenti nell’edificio analizzato in modo che siano perfettamente utilizzabili in futuri progetti, generando un impatto positivo sull’ambiente grazie alla riduzione della quantità di nuovi componenti o prodotti fabbricati.

Il processo di analisi e documentazione degli impatti ambientali prodotti in ognuna di queste fasi è chiamato analisi del ciclo di vita (LCA – Life-cycle assessment) di un edificio. LCA è considerato il metodo più efficace finora per ridurre l’impatto ecologico del settore, in quanto permette di evidenziare i processi o i materiali più inquinanti già in fase di progetto, così da adottare le opportune strategie e scegliere alternative di edilizia sostenibile.

Vantaggi dell’analisi del ciclo di vita nel settore delle costruzioni

Una corretta analisi di LCA porterà dei sostanziali vantaggi non solo all’ambiente ma all’intero team di progettazione e sviluppo del progetto, nonché ai futuri proprietari e fruitori dell’edificio:

  • gli attuali e futuri proprietari di edifici possono prendere decisioni più consapevoli e informate in materia di sostenibilità;
  • possono essere valutate diverse opzioni progettuali, effettuando un’analisi comparativa in termini di sostenibilità tra diversi componenti o processi in grado di soddisfare gli stessi requisiti tecnici;
  • si possono ottenere le certificazioni di sostenibilità del settore, come LEED, BREEAM, Living Building Challenge o Passivhaus;
  • nel caso di bandi nazionali o europei per interventi di ristrutturazione che danno priorità alla sostenibilità, viene garantito un evidente vantaggio competitivo;
  • si ha la possibilità di confrontare, attraverso benchmark internazionali di sostenibilità, i metodi di costruzione e progettazione utilizzati a livello regionale rispetto a quelli utilizzati in altri paesi, al fine di scoprire delle alternative innovative che possono essere adottate nel settore.

Il futuro dell’edilizia sostenibile

I vantaggi competitivi che l’attuazione di misure di edilizia sostenibile comporta per l’intero settore delle costruzioni sono innumerevoli:

  • Contributo al miglioramento dell’ambiente e alla protezione del pianeta;
  • Miglioramento dell’immagine e del posizionamento del marchio dell’impresa di costruzioni, grazie a valori più rispettosi dell’ambiente;
  • Riduzione dei consumi e risparmio sui costi;
  • Promozione dell’espansione di un mercato verde, ottimizzando il ciclo di vita dell’edificio che aumenta il valore della proprietà;
  • Miglioramento della qualità della vita e della salute delle persone che abitano o lavorano nelle strutture;
  • Possibilità di partecipare a gare d’appalto per lavori pubblici, poiché le recenti normative che si stanno sviluppando nel settore sostengono questo tipo di appalti verdi.

Finora le pratiche di costruzione sono state governate da criteri unicamente economici, con la conseguenza di cifre scandalose sull’inquinamento e deterioramento della sostenibilità generato dal settore. Per questo motivo è indispensabile un cambio di paradigma dove i metodi di costruzione utilizzati in passato devono essere adattati alle nuove esigenze, dando priorità alla protezione del nostro pianeta e allo sviluppo di un mercato verde, dove i clienti finali sono molto interessati a scegliere soluzioni più sostenibili.

È possibile raggiungere questo equilibrio, in cui il comfort dell’edificio può essere aumentato, diminuendo l’impatto del progetto sull’ambiente e i costi di funzionamento della struttura, e allo stesso tempo aumentando la redditività economica del processo.

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